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LE DONNE DELLA VIA CRUCIS DI CERVENO

Qualche tempo fa l'esperta d'arte Virtus Zallot scrisse un articolo per L'Osservatore Romano nel quale si soffermava sui personaggi femminili della Via Crucis di Beniamino Simoni a Cerveno, mettendo in luce un'interpretazione della più celebre opera lignea della Valle Camonica finora un po' trascurata.

Sostiene Zallot: "Generalmente nell'approccio alla Via Crucis di Cerveno si tende a mettere in evidenza quanto sono brutti, rozzi e volgari i personaggi maschili del popolo, e difficilmente ci si sofferma a constatare come siano invece belle le donne... Oltre a un'inconfutabile bellezza e delicatezza dei tratti, queste donne sanno emanare un altro tipo di bellezza: quella dei gesti, del loro autentico dolore, della commozione che suscitano. Non solo: sono gli unici personaggi dell'opera che hanno una relazione tra di loro. Se gli uomini qui rappresentati – oltre ad essere volgari e privi di compassione – sono chiusi in una sorta di individualismo per cui non si toccano, non si guardano, non si parlano e non interagiscono mai, di contro le donne comunicano tra loro, si sostengono, si supportano, si stringono. Questo ha a che fare con uno dei compiti che la tradizione iconografica ha attribuito ai personaggi femminili, ossia il prendersi cura, tanto che appunto nei Vangeli le donne sono coloro che non abbandonano mai Gesù durante il suo calvario, e vegliano su di lui fino all'ultimo..."

© Foto S. Malosso