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UN DORSO DI BALENA

Alla scoperta del Parco Archeologico di Luine un viaggio a ritroso nel tempo fino a 10.000 anni fa.

Un enorme cetaceo arenato, appena affiorante da un mare verde che ci lascia solo immaginare quanto grande possa essere questa creatura, dalla pelle violacea e granulosa incisa da cacciatori seminomadi, sul finire delle grandi glaciazioni, 10.000 anni fa. Ogni incisione è una traccia intenzionale, ogni solco è il frutto di numerosi colpi inferti percuotendo una pietra contro la superficie di pietra simona, ogni segno è pregno di significato. Quali mani hanno creato tutto ciò? Quali occhi sapranno decifrare queste tracce?

La storia "Un dorso di balena" è inserita nell'itinerario di #GrandiMani, l'escursione off-line di Valledeisegni.it che sabato 28 maggio 2016 ti porterà alla scoperta di un meraviglioso scorcio di Valle Camonica in compagnia di Davide Sapienza, geo-poeta e narratore d'eccezione! Trovi maggiori dettagli su http://valledeisegni.it/it/storia/80: una storia d'Acqua della Valle dei Segni. #BENTORNATO!

Comunità Montana di Valle Camonica

Il Parco di Luine è inserito nel percorso di Realtà Aumentata WALKING WITH CULTURAL HERITAGE.
Scarica la app "Be AR" utilizzando i link o i QRcode dell'immagine che trovi qui sotto, per scoprire i segni e le incisioni rupestri del Parco di Luine!

IL PARCO DI LUINE. Il Parco abbraccia una vasta area verde nei territori di Darfo Boario Terme e Angolo Terme, in cui ricadono due ambiti archeologici: Luine e i Corni Freschi.
L’area archeologica di Luine, in posizione dominante rispetto all’abitato di Darfo B.T. ha restituito, oltre alle numerose incisioni rupestri, resti di probabili luoghi di culto, fondi di capanna e strutture murarie a secco, che potrebbero testimoniare la presenza di un “santuario” usato da una o più comunità preistoriche per svolgere cerimonie collettive.
Sugli affioramenti di pietra Simona, dal caratteristico colore viola, si contano più di 100 rocce istoriate.
A Luine si possono vedere le più antiche incisioni rupestri del ciclo camuno, risalenti al periodo mesolitico, forse eseguite da cacciatori seminomadi che hanno utilizzato la valle come territorio di caccia sul finire delle grandi glaciazioni. Successivamente la zona fu abbandonata per diventare nuovamente luogo di culto e incisione verso la fine del Neolitico e soprattutto nell’età del Bronzo e del Ferro.
La grande roccia 34, imperdibile per la sua importanza storica e per la sua bellezza artistica, è un’enorme superficie inclinata che le incisioni ricoprono quasi completamente, abbracciando l’intero ciclo artistico camuno: dalla grande sagoma di animale databile a circa 10.000 anni fa, ai guerrieri di età del Ferro del I millennio a.C.
Quasi tutto il repertorio camuno si concentra su questa roccia, considerata fra le più belle della Valle Camonica. Nella parte alta si leggono le grandi sagome di guerrieri a corpo quadrato (alte quasi un metro) risalenti alla fine dell’età del Ferro; sotto, si trovano grandi reticoli affiancati da figure di duellanti più piccole. Si leggono chiaramente figure più enigmatiche: un meandro, un labirinto e una rosa camuna, mentre un mammellone sporgente ospita una composizione di armi di età del Bronzo. Nelle limpide giornate invernali, la vista dal basso di questa roccia emoziona e toglie il respiro!
Sempre a Luine è documentata un’importante fase neolitica, ma soprattutto una quantità eccezionale di raffigurazioni di armi e composizioni geometriche di età del Rame e del Bronzo. Fra queste ultime spiccano senza dubbio le non comuni rappresentazioni di alabarde, oggetti di prestigio rimasti in uso non oltre l’antica età del Bronzo (inizi del II millennio a.C.).

LE PIU' ANTICHE INCISIONI: CERVIDI PROTO-CAMUNI. Le più antiche espressioni dell'arte rupestre alpina sono le grandi figure prevalentemente di animali. Le figure raggiungono talvolta i due metri di lunghezza, sono eseguite a linea di contorno ed eseguite con martellina grossolana e irregolare che indica l'uso di pesanti strumenti incisori in pietra. Le forme degli animali sono slanciate ed eleganti anche se talvolta esistono sproporzioni tra gambe, testa e corpo. Alcuni particolari appaiono significativi per comprendere lo spirito di questo stile, una figura appare ferita da due lance corte, un'altra ha il museo rivolto all'indietro, in un'altra ancora vi sono delle linee sull'area del corpo che sembrano rappresentare l'esofago e lo stomaco, rappresentazione comune nell'arte dei popoli cacciatori evoluti. Un grande dilemma è posto da una grande figura di cervide con un collare. Quest'ultimo eseguito con martellina diversa, potrebbe evidenziare un tentativo di addomesticazione.
Durante l'ultima glaciazione la Valle Camonica, così come gran parte dell'area alpina, era rimasta per molti millenni coperta dai ghiacci. Circa 10.000 anni or sono ebbe luogo un cambiamento climatico che trasformò l'ambiente di quasi tutta l'Europa. Le grandi pianure come la Padana, le Valle del Rodano e del Danubio, dove nel Pleistocene l'habitat di tipo tundra favoriva la vita di animali di grossa e media taglia, erano divenute zone paludose, la vegetazione si stava mutando. Gli animali abituati al precedente clima freddo e alla tundra delle grandi pianure, risalivano le valli alpine dove il contesto di sopravvivenza era rimasto più simile a quello al quale erano abituati. Le specie animali che erano state la preda tradizionale dell'uomo nelle epoche precedenti, si rifugiavano nelle zone montane. Dietro ad esse venne anche l'uomo. L'inizio dell'Olocene segna una nuova epoca per l'ambiente, per il mondo animale e per la specie umana, un momento di crisi dovuta alla necessità di modificare le abitudini di vita ma anche il momento della rinascita dell'inizio di un nuovo ritmo per l'uomo. In tale quadro si inseriscono le più antiche manifestazioni artistiche note in Valle Camonica. Le incisioni rupestri di grandi figure di animali, in stile subnaturalistico, risalenti allo stadio boreale (ottavo e nono millennio avanti Cristo).